"L'umanità si trova oggi ad un bivio: una via conduce alla disperazione, l'altra all'estinzione totale. Speriamo di avere la saggezza di scegliere bene."
"Saggio è chi riesce a vivere inventandosi le proprie illusioni."
Woody Allen
"Ci sono due cose infinite nell'universo: l'universo e la stupidità umana, e della prima non ne sono sicuro"
Einstein


il programma gratuito per inviare sms free da cellulare
manda free sms da web

martedì 22 gennaio 2008

ABILITA'



Finalmente posso dire di aver compreso il concetto di abilità.
Di recente mi è capitato di aver avuto, in modo più diretto, contatto con persone "diversamente abili". Ed è proprio in quel momento che sono riuscito a comprendere quale fosse la reale entità, la portata concreta del concetto sotteso alla nozione di "diversamente abile". Vedere una ragazza, con disabilità deambulatoria, sprigionare una forza tale da pervadere totalmente chiunque sia a contatto con essa. Concepire in modo così semplice, ma allo stesso tempo così forte il sacro valore della vita. Dare ad essa un significato superiore, significato che individui con altre abilità, tra cui io, non sarebbero stati in nessun modo capaci di concepire, mi ha fatto riflettere.
Ho capito che il termine non va utilizzato in funzione di veste eufemistica, di un concetto che altrimenti si risolverebbe in una sgarbata manifestazione epiteta. Ma piuttosto una proiezione letterale, convenzionalmente strutturata nella forma testè enunciata, di una serie di caratteristiche reali della persona. I soggetti com'è noto, sono portatori di attributi che conformano la personalità, la identificano e la rendono unica tra milioni. Ne disegnano i contorni e fungono da coadiuvante sociale nella fondamentale fase di interazione esterna con gli altri individui. Sono, in parole semplici, le caratteristiche peculiari che formano il nocciolo duro di soggettività intrinseco a ciascuno di noi. Su tali presupposti, sono giunto a comprendere come "diversamente abili", in realtà, non siano i soggetti che comunemente si usa definire tali, e quindi una particolare categoria d'individui, ma bensì tutta l'intera genia umana, in considerazione proprio del fatto della diversità che è nostra pertinenza. Ho compreso ciò riflettendo sull'assunto, pregiudiziale e quindi aprioristicamente scorretto, di retaggio tradizionalistico, che valuta "taluni soggetti mancanti tout court rispetto agli altri" e non "differenti per abilità rispetto agli altri". Ma in realtà ciò che spicca maggiormente è l'errore d'impostazione del modo di concepire l'altro. Questo in quanto, la persona, come dovrebbe essere ormai chiaro, non deve essere giudicata in ragione di una connotazione corporea o comunque esteriore e marginale, ma bensì sulla base di una analisi attenta e non pregiudiziale della stessa. Perchè per dirla con Einstein:"Il giudizio non preceduto da un'attenta analisi, rappresenta il massimo dell'ignoranza". Pertanto anche io personalmente potrei definirmi "diversamente abile", in ragione delle mie capacità, le quali fungono da fondamento specifico della mia personale abilità a porre in essere talune cose piuttosto che altre.
Ho riflettuto molto sulle capacità di questa Persona e mi sono reso conto di come nel farlo non ero minimamente attratto dal superficiale. Ciò che catturava la mia attenzione era, non già il futile, ma bensì ciò che io ho ritenuto molto utile, ossia quel particolare modo di concepire le cose, che mi ha permesso di ricevere una indimenticabile lezione di vita, che è entrata a far parte del mio bagaglio di esperienze. Per tal motivo, dunque, mi sento in dovere di ringraziare con un piccolo pensiero questa Persona... Grazie Vale!!!

"