"L'umanità si trova oggi ad un bivio: una via conduce alla disperazione, l'altra all'estinzione totale. Speriamo di avere la saggezza di scegliere bene."
"Saggio è chi riesce a vivere inventandosi le proprie illusioni."
Woody Allen
"Ci sono due cose infinite nell'universo: l'universo e la stupidità umana, e della prima non ne sono sicuro"
Einstein


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martedì 18 settembre 2007

MAIL A VENDOLA


Illustrissimo Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola

Sono un giovane salentino tradito e affranto dalle circostanze nefaste che si rincorrono sia nel Paese, sia nella nostra amata Regione. Vedere come Madre Natura sia stata depredata dalla dissennata e affaristica propulsione assoluta all'interesse economico. Come sia stata svenduta alla perversa logica soggiacente al dio denaro, questo splendido lembo di terra, mi fa specie. Inorridisco di fronte alle abiezioni che noi cavernicoli siamo stati in grado di operare nel contesto in cui viviamo Signor Presidente. La nostra capacità finita e limitata, si svela inesorabile in questo frangente, facendo emergere una insulsa quanto demenziale logica autolesionistica, la quale tinge sempre più di una plumbea ed opprimente sfumatura sinistra la mente, rendendo il pensiero sul futuro a dir poco pessimistico. La storia è ciclica. Si ripete. Questo, ben lungi dall’esser un pregio, mi rende ancor più preoccupato e scettico sulle possibilità, in dote a noi ominidi, di produrre una inversione di rotta a tal riguardo. L’individualismo e il procacciamento del proprio benessere personale sono statisticamente andati sempre incrementandosi. Difatti gli ultimi due secoli, hanno determinato un’accelerata importante in tal senso. Producendo quel malessere diffuso, quel cancro inestirpabile che è il personalismo assoluto. Da una parte il “potere forte” e dall’altro quello “debole”. Il primo costituito dai gruppi economici e dalla politica, l’altro composto invece dai cittadini schiavi di un sistema ideato e realizzato dai primi. Un sistema che inghiotte le individualità e che anzi ne determina sempre più un contrasto tale da non permettere a queste di rendersi collettività. Sarebbe troppo pericoloso se il “potere debole” si rinvigorisse e prendesse forza e consapevolezza di sé. Permettendo agli individui di risvegliarsi dal torpore e lottare per il proprio bene comune. Di armarsi di sana volontà civica e sociale nell’ottenimento di esiti forieri di positività per tutti. Ciò non è realizzabile. Non lo sarà per molto tempo per lo meno. Dovranno passare diverse anni forse secoli, prima che maturi una inversione culturale di tale portata. Da ciò se ne ricava quello che potremmo definire come l’ humus sostanziale sul quale si basa il contesto sociale in cui agiamo noi cittadini. Da una parte costretti a subire le barbariche operazioni economiche delle elitè di potere e dall’altra a coadiuvarle.

La Puglia in tal senso è stata cacciagione prelibata da parte dei c.d. predatori, i quali si sono resi protagonisti di una serie di delitti efferati ai danni dell’ambiente e delle persone che abitano lo stesso. Indifferenti delle individualità, dei beni di valore inestimabile, hanno calpestato e annullato senza ritegno, tutti gli ostacoli, minimi a dire il vero, che si frapponevano. Alcuni esempi tra i più noti valgano come riferimento:

Taranto. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. Oggi dire Taranto equivale a dire inquinamento. Chi non conosce la città, chi non ha mai visitato la stessa non può capire l’entità del danno apportato ad una città così bella, a mio avviso la più avvenente di Puglia. Così artisticamente e storicamente ricca di meraviglie. L’architettura naturale e umana ne ha delineato le fattezze sopraffini. L’involuzione dell’ominide dell’ultimo secolo, invece, ne ha determinato la morte. Una città trasformata nel breve volgere di pochi anni. Violentata inesorabilmente nel cuore e privata della dignità sua propria, che la faceva spiccare sulle altre.

Brindisi. Beh che dire, sicuramente questa risulta essere, alla stregua della prima, un punto vuoto sulla cartina ormai. Meno evidente della prima forse, ma allo stesso modo, anche questa cittadina ha subito un depauperamento valoristico negli ultimi anni con l’intervento affaristico delle aziende killer che ne hanno determinato la fine deplorevole che noi tutti conosciamo.

Non voglio citare aziende o casi specifici. La presente valga, se così possiamo dire, solo a monito di tutto il mio disprezzo per ciò che incautamente sia stato fatto. Quando, parlando con qualche turista, mi sento dire:” ma perché avete permesso che Taranto, una così bella città, venisse conciata in quel modo”, piuttosto che sentir dire:” voi dovreste vivere di rendita per le meraviglie che possedete e invece…”, ecco quando sento frasi di questo genere mi sale dal profondo un sentimento di rabbia misto a voglia di fuggire da questo posto maledetto. Maledettamente bello e allo stesso tempo dannato. Il demonio ha colpito queste terre, le ha conquistate, dominate e vinte. La voglia di fuggire da qui matura soprattutto perché qui si muore Signor Presidente. Sicuramente più che in altri posti. Inutile star qui a far la conta in percentuale del livello di neoplasie incrementato negli ultimi anni o delle allergie al sistema respiratorio, piuttosto che ai problemi vari cui sono soggetti i cittadini che abitano questi posti. Inutile soffermarci su dati statistici che restano tali in quanto non tenuti in reale considerazione. Sono mera carta straccia alla mercè di coloro ai quali piace di tanto in tanto tirarsi su il morale, mi si perdoni l’ironia, con la lettura della depravazione testimoniata dagli stessi. Noi che dovremmo conteggiare il numero ogni anno crescente di turisti, invece siamo costretti a far ben altri calcoli. Solo una becera e faziosa indifferenza potrebbe farci tenere in scarso riguardo questi aspetti.

Carissimo Presidente, in conclusione dunque, le propongo la mia implorazione. Se vuole veramente che i suoi lodevoli sforzi in progetti come “Giovani Idee” e altri, abbiano un qualche senso e rilievo, prenda provvedimenti seri. Ridia dignità alle popolazioni e ai luoghi della nostra martoriata Regione. Riportandoli a livelli di decenza. Questo sarebbe un reale provvedimento volto a valorizzare i giovani e a dare loro un futuro da convinti e fieri cittadini di questa splendida terra. Quando lei è stato eletto la mia speranza si è materializzata nella sua persona. Ho pensato che lei fosse l’unico a poter dare una smorzata reale a queste indecenze. Non deluda in questo senso signor Presidente. Non sia procrastinatore alla stregua di altri. Ma intervenga duro e in modo fermo. Severo se necessario. La speranza è l’ultima a morire e io la concedo tutta in queste poche righe.

"L'umanità si trova oggi ad un bivio: una via conduce alla disperazione, l'altra all'estinzione totale. Speriamo di avere la saggezza di scegliere bene".

La ringrazio e Le porgo distinti saluti.

Massimiliano D’Urso

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